Discografia Completa – Rosa Emilia Dias

Nega Rosa- Bumshiva, NY-1997

NEGA ROSA 1996

 NEGA ROSA è il secondo disco della baiana Rosa Emilia Dias. Rosa canta – in portoghese e in italiano – un reggae diverso, leggero ed elegante, allegro e romantico, danzante e sensuale. Il ritmo di Nega Rosa è sofisticato, irresistibile, leggero e animato, così personale che si identifica subito dalle prime note di ogni interpretazione di Rosa. Alcuni brani sono più romantici, altri più ritmati, altri popolari e altri ancora più sofisticati: una canzone italiana degli anni 60, una ballata di Djavan e un classico di Gilberto Gil, tutto si trasforma nel cool reggae di Nega Rosa.Nei miei 40 anni di carriera musicale, rare volte ho avuto l’opportunità di lavorare con una cantante così brava, con una tale soavità e tanta competenza musicale. (Nelson Motta)

 
Scheda tecnica– Titulo – Nega Rosa; Produzione indipendente– Lux Music Corp., NY-1997;Suporte – CD
Direzione Artistica- Nelson Motta; Produzione musicale – Cristiano Verardo e Tuta Aquino
Design- Giovanni Bianco/Susanna Cucco; Styling – Costanza Pascolato; Fotografia – Kenneth Willardt
Musicisti: Arranjos guitarras e programação de baixo e bateria: Cristiano Verardo;Vocais: Rosa Emilia, Juliana Aquino e Carol Sylvan; Sopros- Sax e arranjos de metais: Zé Luis Oliveira; Trompete e Flughelhorn: Jeremy Adelman; Trombone: Darcy de Seixas; Baixo: Itaiguara Brandão; Percussão: Mauro Refosco; Teclados: Cristiano Verardo e Joey Moskowits; Teclados adicionais: Marco Ponchiroli.

Rosa Emilia- Ultraleve- 1988

ULTRALEVE 1988

“ROSA Emilia Machado Dias O Rosa Emilia. O semplicemente Rosa. Rosa canta sorridendo. Ed è un caso sério. Per lei cantare è un stato naturale come respirare o desiderare. Rosa canta perchè la natura canta. Lei canta senza scuse e senza premeditazioni. lei canta per dono e soddisfazione.” (Cacaso).

Il mio disco Ultraleve è partito da casa mia, dalla mia intimità, dall’ambiente in cui vivevo a Rio de Janeiro nella metà degli anni ottanta. Ero sposata con il poeta e paroliere Cacaso e fu quasi naturale pensare ad un disco che ritratasse quella ricca convivenza. Tutti i testi del disco sono di Cacaso con la eccezione di “Depois que o Ilê Passar” di Miltão, una specie d’inno nel carnevale di Bahia in quel periodo.Non è stato difficile selezionare il repertorio, alla fin fine, ho scelto quelle canzoni che cantavo già a casa in compania degli amici poi diventati collaboratori. Tra questi compositori c’erano Sueli Costa, Novelli, Nelson Angelo, Jaques Morelenbaum. Ho chiamato alcuni amici per cantare e arrangiare insieme a me alcuni brani:  Danilo Caymmi, Marcos Suzano, Sérgio Santos, Muri Costa e Paula Santoro. Abbiamo invitato Moreira da Silva – o Kid Morengueira, a partecipare cantando in duo un samba giocoso chiamato “Deixa o Barraco Rolar” testo mio e di Cacaso nella mia musica con Nelson Angelo.Questo disco è allo stesso tempo innocente e pretensioso. Non pensavo minimamente al mercato, ma credevo cecamente al valore nel tempo della buona musica. Ultraleve è stato fatto  da  musicisti generosi che credevano in me quando io avevo appena iniziato a cantare. (Rosa Emilia)

Sheda Tecnica: Produzione independente – Grapho Produções artísticas 1988; Suporte  Vinil; Direzione:Rosa e Cacaso; Produzione artistica: Rosa e Cacaso; Copertina: Julieta Sobral; Fotografia: Flavio Colker
Musicisti:  Alessandra Milanez, Beto Cazes, Claudio Guimarães, Cristóvão Bastos, Danilo Caymmi, Jaques  Morelenbaum, Jorge Simas, Julieta Sobral, Lisieux Costa, Léo Gandelman, Luiz Alves, Marcelo Costa, Marcos Suzano, Moreira da Silva,Mário Séve, Muri Costa, Nelson Ângelo, Novelli, Paula Santoro, Ricardo Costa, Robertinho Silva, Sérgio Costa, Sérgio Santos, Vittor Santos.
 

Renato Sellani e Rosa EmiliaPoesia do Brasil – Philology Jazz – 2006.

Buy now Renato Sellani Encontra Rosa Emilia- Poesia do Brasil

POESIA DO BRASIL 2006

La “strana coppia” italo-brasiliana, vista recentemente dal vivo, conferma il valore di una proposta artistica generata dall’incontro di due generazioni e due mondi musicali diversi, consolidata tuttavia da un affiatamento più che decennale. L’impeccabile pianismo di Sellani e la viscerale vocalità di Rosa affrontano e rileggono l’eterna opera jobiniana, con aperture a Barroso (“Aquarela do Brasil”), Buarque (“O que será que será”), Lobo/De Moraes (la strumentale e struggente “Canto triste”) e Menescal/Bôscoli (“O barquinho”). Sfida ardua, non in quanto inedita ma perché li espone al confronto con un autore eseguito da tutti. Sfida vinta nell’unico modo possibile, cioè grazie a qualità conosciute e a soluzioni inaspettate. I due scelgono di sfiorarsi senza quasi toccarsi, di allontanarsi e riavvicinarsi. In un botta e risposta tra due atteggiamenti agli antipodi che non viaggiano mai in parallelo ma si intrecciano e si coinvolgono. Non due metà della stessa mela, ma due frutti interi e succulenti, uno mediterraneo, l’altro tropicale. Sellani è jazz allo stato puro, improvvisatore incurante degli schemi e allo stesso tempo fedele depositario della metrica. Rosa canta come sempre dallo stomaco, dai polmoni, dal cuore. In duo o accompagnata da un’orchestra di quaranta elementi, non fa differenza. Quando i due appaiono rapiti ognuno nella propria egocentrica intensità, eccoli ricongiungersi in un punto preciso. Poi tornano a volare, a perdersi e a ritrovarsi. Memorabile la versione anglo-portoghese di “Dindi”, particolarmente intense “Insensatez”, “Eu sei que vou te amar” e “Vivo sonhando”. La loro “Garota” brilla di una bellezza minimalista. Del “Cordovado” scattano un’immagine ariosa e panoramica. Colorano con pennellate di emozione il loro “Retrato em branco e preto”. Un album diretto, registrato in un giorno, elegante e caldo, frutto della sostenibile leggerezza dell’estro. (Antonio Forni).